Presentato l’Atlante Siproimi 2020, il Delegato ANCI per l’Immigrazione e le politiche per l’integrazione Matteo Biffoni: “Il sistema ha reagito in modo concreto alla pandemia”. GUARDA LA REGISTRAZIONE VIDEO

“Il 2020 è stato un anno difficile, ma l’esperienza maturata dalla rete di accoglienza degli Enti locali in questi 20 anni ha permesso di reagire in modo concreto alla pandemia, evitando che l’emergenza sanitaria si trasformasse anche in una emergenza sociale, anche grazie al lavoro delle operatrici e operatori della rete che sono un patrimonio di professionalità non solo del Sistema ma del Paese, da salvaguardare e valorizzare. Un risultato importante dato dalla qualità del Sistema di accoglienza che, che con le ultime modifiche normative, ha visto il ritorno della centralità dei Comuni anche rispetto all’accoglienza dei richiedenti asilo”. Lo ha sottolineato il delegato Anci all’immigrazione e sindaco di Prato, Matteo Biffoni intervenendo alla presentazione online del Rapporto Annuale SIPROIMI / SAI 2020, svoltasi alla presenza del prefetto Michele di Bari, Capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del ministero dell’Interno, del segretario generale di Anci Veronica Nicotra, della responsabile del Servizio Centrale SAI Virginia Costa, e di Marco Catarci, professore ordinario di Pedagogia interculturale, Università Roma Tre.

Biffoni ha ricordato come “abbiamo immediatamente lavorato per una celere attuazione della norma, chiedendo formalmente al Ministero un aumento di almeno 10.000 posti della rete. È stato avviato un percorso di ampliamento complessivo del SAI, a partire dalle categorie vulnerabili, minori stranieri non accompagnati e persone con disagio mentale e sanitario, a cui i Comuni hanno risposto con entusiasmo. Ma l’impegno, condiviso con il Ministero, è di garantire un’apertura a livello nazionale a nuove progettualità per tutte le categorie di beneficiari”. “Il SAI è un sistema nazionale stabile e perfettamente integrato con il welfare territoriale a vantaggio dell’intera comunità locale. Parliamo di un sistema capillare che – ha aggiunto il delegato Anci – coinvolge direttamente circa 1600 Comuni e tutte le città metropolitane e capoluoghi di regione. Un sistema che ha permesso, attraverso i progetti avviati, di fornire strumenti per garantire percorsi di autonomia dei beneficiari”.

Il prefetto Di Bari ha spiegato che “il 2020 è stato un anno peculiare nella gestione dei flussi migratori fortemente condizionato dall’esplosione della emergenza epidemiologica che ha richiesto l’adozione di adeguate misure di cautela sanitaria. In questa difficile contingenza – ha rimarcato – il sostegno della rete di accoglienza che fa capo agli Enti Locali è stato efficace, garantendo la continuità dei progetti e dei servizi di accoglienza a tutela dei beneficiari e della collettività. L’Amministrazione dell’Interno è impegnata ad adeguare la rete alle esigenze dettate dalle novità legislative che hanno confermato la valenza strategica delle progettualità che fanno capo agli Enti Locali”, ha concluso.

Il Segretario generale Anci Nicotra ha ribadito il valore della resilienza dimostrata dal sistema SAI. “L’auspicio dell’Associazione è di rafforzare e ampliare l’accoglienza in particolare dei minori e delle categorie fragili. Ci auguriamo che le intese già raggiunte con il Ministero troveranno presto concreta attuazione”.

Anche per Virginia Costa, responsabile del Servizio Centrale, “il 2020 è stato un anno particolarmente impegnativo, alle emergenze sanitarie si sono aggiunte importanti modifiche normative. Ma la rete Sai ha saputo adattarsi ed individuare le azioni opportune per affrontarle efficacemente acquisendo anche nuove competenze”.

Mentre da parte sua Marco Catarci ha spiegato che “nella lunga storia del sistema di accoglienza e integrazione di richiedenti e titolari protezione internazionale nel nostro paese, sono state sperimentate molteplici pratiche di accoglienza diffusa e integrata, in relazione alle caratteristiche dei territori e ai bisogni specifici dei soggetti accolti. Iniziative per le quali è riconoscibile in filigrana un “metodo”, quello dell’accoglienza integrata ed emancipante, che può a buon diritto essere riconosciuto come un punto di riferimento imprescindibile per chi opera nel campo dell’accoglienza, a livello nazionale e internazionale”.

 

I DATI MESSI IN LUCE DALL’ATLANTE

 L’Atlante indica come anche in un periodo reso particolarmente complicato a causa della pandemia, in cui è stato necessario ripensare e adattare alla nuova contingenza le modalità organizzative e operative di gestione dei servizi nei singoli progetti di accoglienza, il Sistema SAI ha saputo ripensare gli strumenti da tempo consolidati e prevederne di nuovi per intercettare tempestivamente l’emersione di nuovi bisogni cui rispondere. A livello centrale, è stato attivato un Osservatorio sull’impatto del Covid-19 sulla rete di accoglienza, che ha consentito al Servizio Centrale di presidiare l’evolvere della situazione nei diversi contesti territoriali, rilevare i bisogni e le misure messe in atto dai Comuni per la salvaguardia dei servizi di accoglienza integrata e cogliere le nuove esigenze di assistenza specifica degli stessi enti locali.

Nel 2020 i progetti della rete hanno interessato a vario titolo (in quanto titolari di progetto, sede di struttura o perché facenti parte di un’aggregazione – Unione/Comunità montana, Distretto o Ambito, Consorzio o Società della salute) oltre 1.600 Comuni, il 54% dei quali piccoli comuni (sotto i 5.000 abitanti) spesso afferenti ad aree interne o situati in aree rurali.

I posti disponibili sono stati 31.324(653 posti per persone con disagio mentale e/o disabilità fisica, 4.437 per minori stranieri non accompagnati, 26.234per richiedenti e titolari di protezione internazionale delle categorie ordinarie) distribuiti in 794 progetti territoriali.

Delle oltre37mila persone accolte nel SIPROIMI/SAI nel corso del 2020 provenienti principalmente da Nigeria, Pakistan, Mali, Bangladesh, Gambia, oltre 7.000erano minori, ovvero il 19% sul totale complessivo.

Seppur gli uomini singoli e in giovane età siano ancora i più rappresentati tra i beneficiari della rete, la percentuale di donne che giungono in Italia in cerca di protezione, spesso da sole, è in progressiva crescita e l’incidenza sul totale degli accolti nell’ultimo anno è giunta al 20,8%.

I beneficiari accolti risultano prevalentemente titolari di protezione internazionale (45,7%) e richiedenti protezione internazionale (25,7%), ma l’11,8% è titolare di permesso di soggiorno per minore età. I minori stranieri non accompagnati rappresentano infatti un segmento significativo degli accolti nel Sistema: sono stati 5.680imsna accolti nel corso del 2020, il 97,3% dei quali giovani maschi provenienti principalmente da Bangladesh, Albania, Tunisia, Egitto, Pakistan, Gambia.

Rilevante la presenza di beneficiari in condizioni di vulnerabilità: 5,8% vittime di tortura o violenze, 4,8% vittime di tratta, 3,1% con disagio mentale.

Nel corso del 2020, sono stati 14.280 i beneficiari che sono usciti dall’accoglienza, di cui la metà a conclusione del percorso d’integrazione: un dato da leggere in maniera molto positiva in considerazione delle complessità e difficoltà contingenti. Grazie alla forte sinergia tra gli Enti locali e gli Enti attuatori giocano sul territorio, alla diversificazione di interventi mirati messi in campo per i beneficiari e all’impegno costante degli operatori, la rete del Sistema di accoglienza e integrazione continua a ricoprire un ruolo strategico per i territori, di volano per il welfare e per lo sviluppo locale.

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